25 Anni X 50 Reportage

Leica e l’arte del racconto fotografico

25 Anni X 50 Reportage

Leica e l’arte del racconto fotografico

Dal 17 gennaio al 16 marzo 2024 al Leica Store di Via Carlo Alberto 47 vanno in scena le narrazioni di viaggio di Torino Magazine.
Un appuntamento fisso per i lettori della nostra rivista. Protagonisti Franco Borrelli e Marco Carulli, fotografi, e Guido Barosio, travel writer. Leica, brand iconico e insuperabile nel mondo della fotografia, ci ospita per un comune sentire: quello

della ricerca di una qualità che sappia lasciare il segno, passando dagli occhi per creare visioni che restino nel tempo 

Questa è una bella storia, che parte dal reciproco amore per il viaggio, per la fotografia, per l’osservare e raccontare attraverso le immagini, e non solo. Gli interpreti di questo progetto sono due brand che sanno “vedere” e “comunicare”, che poi sono soggetti strettamente legati, perché rendono il risultato patrimonio di tutti: Torino Magazine e Leica. Leica è semplicemente un mito che non lascia spazio a commenti. Cartier-Bresson affermava: «Le altre macchine fotografiche che ho provato mi hanno sempre convinto a ritornare a lei…Finché farò questo lavoro, questa è la mia macchina fotografica». E, dopo di lui, la schiera si è ingrossata con tanti altri venerabili maestri: Robert Capa, Sebastiao Salgado, Elliott Erwitt, Alberto Korda, William Eggleston, Fred Herzog, Dennis Stock, e gli italiani Gianni Berengo Gardin, Paolo Pellegrin, Lorenzo Castore. Ne citiamo alcuni in ordine sparso, ma l’elenco risulta praticamente infinito. Anche perché quotidianamente alimentato, a livello universale, da chi si accinge a scegliere semplicemente il massimo, per lavoro o per purissima passione. Leica era ed è un prodigio della tecnica, ma anche un oggetto del desiderio, per molti un feticcio.
Solida, essenziale, ma bellissima: un manufatto di design tecnologicamente avanzato, il migliore dall’anno del debutto (il 1914) ad oggi, e certamente a domani. La mia foto preferita? Quella di Dennis Stock che ritrae, nel 1955, James Dean a Times Square. Ma ognuno ha la sua, basta scorrere l’infinita varietà di soggetti e autori di una hall of fame avvincente, e vincente. Una cosa resta certa: tra web, social e scatti multiuso (o piuttosto usa e getta) Leica è un invito perentorio a stampare, a rendere tangibile ed eternabile la fotografia, che non è certo nata per la prigione dello smartphone. Ecco, il predominio della carta, quella bella, che si legge, che si stampa, che si sfoglia o si appende al muro. Questa scelta di campo avvicina noi di Torino Magazine a Leica. Perché le priorità professionali concepite per passione rendono complici in territori un tempo assai frequentati, ma oggi di felice resistenza estetica e persino artistica.
Il terzo millennio non ci ha chiuso in riserve come i pellerossa, ma ci ha sintonizzati sempre più con un pubblico colto, esigente, autorevole, che non si ferma al digitale (pur utilizzandolo), ma esercita il proprio gusto scegliendo una macchina professionale inimitabile, oppure una rivista da collezione. Nella mia esperienza come direttore (e sono venticinque anni) ho sempre voluto che il reportage di viaggio avesse un ruolo privilegiato in Torino Magazine. Niente rubrichette di consigli o articoli divulgativi, ma veri racconti di viaggio, narrazioni emotive, con impatto fotografico autorevole e sempre integrato col testo. Tutti i nostri viaggi hanno sempre visto due approcci paralleli: il mio come autore e quello dei miei fotografi col loro sguardo, il loro talento e la loro sensibilità. Sempre insieme, per essere sintonizzati nei luoghi che ci hanno accolti. Tanti luoghi che hanno composto un mosaico con oltre 50 tessere: l’amatissima Francia (più volte) e la Chicago di Obama, la Germania (patria di Leica, e ancora non sapevamo della mostra) e la Svizzera, la Spagna e il Giappone, la Cina e l’Egitto, l’Austria e l’Oman, la Turchia e Abu Dhabi, il Kenya e il Madagascar, il Belgio e l’Inghilterra, la Svezia e la Norvegia delle aurore boreali. Capitali e villaggi d’autore, percorsi gourmand e scenari tropicali, piramidi e cattedrali. Non ci siamo fatti mancare nulla, non abbiamo fatto mancare nulla ai nostri lettori. Il nostro è un magazine metropolitano, ma riteniamo che Torino sia e debba essere un fulcro di civiltà urbana, con gli occhi bene aperti sul mondo per offrire il proprio punto di vista, internazionale, cosmopolita, curioso, sempre pronto al confronto.
Prima di dedicarmi alla professione giornalistica ho passato gli anni della mia adolescenza a sognare sulle pagine di Chatwin, Kapuscinski e Walter Bonatti, reporter di scrittura e fotografia, due geni in uno. E prima ancora divorando i libri di Jules Verne, con quel Giro del mondo in ottanta giorni, di cui serbo la prima edizione francese. E poi ci sono frasi che ti senti cucite addosso ogni volta che scegli il prossimo viaggio. Di Marguerite Yourcenar: «Sembra esserci nell’uomo, come negli uccelli, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove». Di Robert Louis Stevenson: «Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo». Mi hanno accompagnato nell’impresa Franco Borrelli, che fotografa l’animo dei luoghi e delle genti prima ancora del dato paesaggistico o architettonico,  e Marco Carulli, che, invece, delle geometrie, panoramiche o edificate, coglie linee e prospettive che ti svelano elementi apparentemente invisibili. Un privilegio averli accanto, perché la scelta di un compagno di viaggio prevede alchimie complesse assai.
L’occasione che ci ha offerto Leica ha posto il dilemma della scelta: 16 foto in grande formato, che sintetizzassero le tante esperienze vissute nel tempo, tutte differenti, tutte a modo loro uniche e irripetibili. Ci abbiamo provato e ho lasciato a Franco e Marco la selezione, con rispetto e curiosità. Mi sono limitato ad aggiungere tre foto mie, a testimonianza di una passione che anche loro hanno contribuito a trasmettermi. Perché l’attitudine alla narrazione suggerisce e incalza, impossibile sottrarsi alla suggestione di porre l’occhio sul mirino. La mostra è completata da un video che raccoglie molte altre immagini dei nostri viaggi, un secondo palinsesto che ha permesso maggiore respiro, dilatando il repertorio per completare l’esperienza del visitatore. Accompagneremo l’esposizione con incontri e racconti, per un supplemento che vuole essere un altro viaggio dentro i nostri viaggi. Aggiornamenti online cammin facendo. Intorno a queste mie parole offriamo un anticipo di quello che vedrete, di come Torino Magazine ha raccontato l’altrove ai suoi lettori. C’è tanto di noi, verrebbe da dire la parte più bella.
LEICA STORE TORINO
25 Anni x 50 Reportage: Leica celebra Torino Magazine
Via Carlo Alberto, 47 – Torino
Dal 17 gennaio al 16 marzo 2024
Da martedì a sabato
Orario: 10-14 e 15-19

Allestimento

Leica Store di Torino

Alcune Opere esposte